Relazione della giuria

“I filtri della realtà”

 

RELAZIONE FINALE DELLA GIURIA ITALIANA composta dal fotografo e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera Armando Romeo Tomagra, dal fotografo aostano Pietro Celesia, da Marcela Olmedo, antropologa e docente di spagnolo, dalla giornalista valdostana Nathalie Grange e da Davide Pierini, psicologo e consulente della formazione.

I criteri utilizzati per la selezione e valutazione delle fotografie si sono incentrati sul confronto aperto delle diverse opinioni dei giurati principalmente rispetto al tema del concorso. In secondo luogo, si è tenuto conto della tecnica utilizzata dall’autore, del soggetto rappresentato e, in ultima analisi, dell’aspetto estetico della stampa stessa. E’ risultata importante una prima fase, su suggerimento condiviso da parte del presidente della giuria Armando Romeo Tomagra, nella quale i giurati hanno osservato singolarmente e senza commenti dati dagli autori alle fotografie, concentrandosi sull’aspetto evocativo delle stesse. Lo scopo di questa prima lettura superficiale è stato quello di non permettere ai commenti delle fotografie di condizionare in alcun modo le impressioni e i giudizi dei giurati. In questo modo si è data notevole importanza al valore evocativo peculiare del linguaggio fotografico e ai codici comunicativi delle immagini. A tal proposito è emerso un interessante dibattito sull’accostamento di due linguaggi differenti quali la "parola" e la "fotografia".
Dal confronto è emerso che il linguaggio scritto può "contaminare" il linguaggio fotografico trasformandolo in qualcos’altro e, connesso a questa influenza, il rischio che la parola possa costituire essa stessa un filtro rispetto all’immagine e alla capacità comunicativa che individualmente (senza alcun supporto) essa avrebbe il potere di evocare.
Stabilito questo fondamentale concetto, il lavoro è proseguito con una nuova consapevolezza che ha permesso una maturazione del giudizio critico degli addetti ai lavori.
Il tema del concorso è risultato di grande attualità proprio perché, in un periodo in cui i tempi costringono le persone a cambiare sempre più rapidamente,
sarebbe auspicabile che gli individui comprendano e siano consapevoli dei propri filtri e di quelli che la società impone, al fine di un loro costruttivo utilizzo e, in alcuni casi, limitandone le potenzialità in favore di visioni sempre più personalistiche. Per questo motivo il tema è stato profondamente sentito e vissuto dai giurati, nonché dai partecipanti che hanno dimostrato attenzione alla realtà che li circonda esprimendola in maniera singolare.
Data l’ampiezza del tema e grazie al grande numero delle adesioni, è naturalmente emersa la rappresentazione della realtà attraverso gli innumerevoli e svariati filtri che condizionano l’esistenza dell’essere umano: quelli fisici, quelli culturali, quelli personali e quelli mediatici.
A tal proposito la giuria si è dimostrata entusiasta di constatare che il tema sia stato accuratamente colto e sviluppato con enfasi e originalità dagli autori.
Era esattamente questo lo scopo del concorso che si prefiggeva un’attenta e singolare analisi dei modi in cui la realtà è percepita dall’uomo.
Inoltre, a ciò si è aggiunta l’intenzione di utilizzare il linguaggio fotografico come strumento critico e di denuncia socio-culturale della nostra epoca.
Nel complesso sono state rappresentate diverse dimensioni del filtro: quella interiore, lo spazio chiuso dell’ambiente personale e lo spazio del condizionamento esterno. Le foto vincitrici rappresentano gli esempi assoluti di queste dimensioni. Le immagini premiate, infatti, si sono distinte dalle altre in maniera del tutto casuale, ma i giurati hanno espresso la loro soddisfazione nel riconoscere che esse riflettono naturalmente queste tre dimensioni,
Nella fotografia Dislivello la percezione è colpita da un frammento d’immagine che riflette l’esperienza di vita dell’autore.
In Tentazione la percezione è invece colpita da un aspetto più ampio in cui l’individuo è inserito in un contesto di relazioni.
Filtro attraverso uno sguardo tenta di entrare all’interno della percezione stessa.
Conclusione evidente dei lavori della giuria è l’ordine naturale delle foto vincenti; il messaggio che il tema del concorso è riuscito a trasmettere è, in realtà un augurio, ossia quello che l’uomo possa compiere un percorso che parta da una visione personale delle cose, passando attraverso un giudizio critico sui rapporti socio-culturali per arrivare ad una riflessione intrinseca sulla percezione che si ha del mondo circostante.
 

 

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