Chi siamo

Nel 2005, durante un
viaggio in Bolivia, alcuni di noi hanno incontrato i ragazzi del collettivo
fotografico Ojorojo di Cochabamba, fondatori, tra le altre cose, della
prima rivista boliviana di fotografia. Nel primo numero della rivista ci ha
colpiti particolarmente l’editoriale, che invitava le persone a riflettere sui
filtri della realtà per acquisire maggiore consapevolezza della propria
cultura, del proprio modo di vivere, e per cercare di esprimerli
artisticamente, attraverso un linguaggio specifico, quello della fotografia
appunto.

La partecipazione al Bando
2008 in favore dei giovani dell’Assessorato Salute, Sanità e Politiche Sociali
della Regione Autonoma Valle d’Aosta è stata un’occasione per ripensare a
quell’idea e darle forma, per creare un gruppo di lavoro e per risentire i
ragazzi boliviani.

Abbiamo scoperto che il
collettivo Ojorojo è riuscito a pubblicare soltanto 4 numeri della
rivista e che i suoi membri hanno seguito strade diverse, qualcuno si è
spostato in altri paesi del Sud America, qualcuno si è orientato verso nuovi
progetti fotografici, per cui sostanzialmente il collettivo non esisteva più.

I nostri contatti, i
fotografi Paola Lambertin, Mauricio Sanchez e, in seguito, Jania Muller, ci
hanno parlato del progetto Non/Studio ed hanno deciso di iniziare questa
collaborazione con noi con molto entusiasmo, coinvolgendo anche la rivista
culturale Ramona, per la quale alcuni di loro lavorano.

Abbiamo comunque scelto di
mantenere immutati gli embrioni della nascita di questo progetto, il tema del
concorso che si ispira all’editoriale della rivista Ojorojo, e la
presentazione che l’ex collettivo usava come una sorta di manifesto:

Nuestros
ojos son rojos porque somos la manifestaciòn viviente de las aberraciones
òpticas que produce la realidad; Nuestros ojos son rojos por la irritaciòn ante
la injusticia y el hambre; Nuestros ojos son rojos porque por dentro aùn
tenemos la sangre que corre por nuestras venas, las que no terminan sino en las
venas de los que luchan contra la dominaciòn, contra la corrupciòn, contra el
hambre, por la justicia, por la soberanìa de los pueblos, sea en el Chapare, en
Chiapas, en Palestina, en Kabul, o en Iraq. Nuestros ojos lo ven todo y se
llenan de sangre, la misma que nos da aliento para seguir denunciando,
perturbando, vigilando, molestando, saboteando, todo aquello que se opone a la
vida y a la libertad.

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