Esposizione Espace Populaire
“I filtri della realtà”
RELAZIONE FINALE DELLA GIURIA ITALIANA composta dal fotografo e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera Armando Romeo Tomagra, dal fotografo aostano Pietro Celesia, da Marcela Olmedo, antropologa e docente di spagnolo, dalla giornalista valdostana Nathalie Grange e da Davide Pierini, psicologo e consulente della formazione.
I criteri utilizzati per la selezione e valutazione delle fotografie si sono incentrati sul confronto aperto delle diverse opinioni dei giurati principalmente rispetto al tema del concorso. In secondo luogo, si è tenuto conto della tecnica utilizzata dall’autore, del soggetto rappresentato e, in ultima analisi, dell’aspetto estetico della stampa stessa. E’ risultata importante una prima fase, su suggerimento condiviso da parte del presidente della giuria Armando Romeo Tomagra, nella quale i giurati hanno osservato singolarmente e senza commenti dati dagli autori alle fotografie, concentrandosi sull’aspetto evocativo delle stesse. Lo scopo di questa prima lettura superficiale è stato quello di non permettere ai commenti delle fotografie di condizionare in alcun modo le impressioni e i giudizi dei giurati. In questo modo si è data notevole importanza al valore evocativo peculiare del linguaggio fotografico e ai codici comunicativi delle immagini. A tal proposito è emerso un interessante dibattito sull’accostamento di due linguaggi differenti quali la "parola" e la "fotografia".
Dal confronto è emerso che il linguaggio scritto può "contaminare" il linguaggio fotografico trasformandolo in qualcos’altro e, connesso a questa influenza, il rischio che la parola possa costituire essa stessa un filtro rispetto all’immagine e alla capacità comunicativa che individualmente (senza alcun supporto) essa avrebbe il potere di evocare.
Stabilito questo fondamentale concetto, il lavoro è proseguito con una nuova consapevolezza che ha permesso una maturazione del giudizio critico degli addetti ai lavori.
Il tema del concorso è risultato di grande attualità proprio perché, in un periodo in cui i tempi costringono le persone a cambiare sempre più rapidamente,
sarebbe auspicabile che gli individui comprendano e siano consapevoli dei propri filtri e di quelli che la società impone, al fine di un loro costruttivo utilizzo e, in alcuni casi, limitandone le potenzialità in favore di visioni sempre più personalistiche. Per questo motivo il tema è stato profondamente sentito e vissuto dai giurati, nonché dai partecipanti che hanno dimostrato attenzione alla realtà che li circonda esprimendola in maniera singolare.
Data l’ampiezza del tema e grazie al grande numero delle adesioni, è naturalmente emersa la rappresentazione della realtà attraverso gli innumerevoli e svariati filtri che condizionano l’esistenza dell’essere umano: quelli fisici, quelli culturali, quelli personali e quelli mediatici.
A tal proposito la giuria si è dimostrata entusiasta di constatare che il tema sia stato accuratamente colto e sviluppato con enfasi e originalità dagli autori.
Era esattamente questo lo scopo del concorso che si prefiggeva un’attenta e singolare analisi dei modi in cui la realtà è percepita dall’uomo.
Inoltre, a ciò si è aggiunta l’intenzione di utilizzare il linguaggio fotografico come strumento critico e di denuncia socio-culturale della nostra epoca.
Nel complesso sono state rappresentate diverse dimensioni del filtro: quella interiore, lo spazio chiuso dell’ambiente personale e lo spazio del condizionamento esterno. Le foto vincitrici rappresentano gli esempi assoluti di queste dimensioni. Le immagini premiate, infatti, si sono distinte dalle altre in maniera del tutto casuale, ma i giurati hanno espresso la loro soddisfazione nel riconoscere che esse riflettono naturalmente queste tre dimensioni,
Nella fotografia Dislivello la percezione è colpita da un frammento d’immagine che riflette l’esperienza di vita dell’autore.
In Tentazione la percezione è invece colpita da un aspetto più ampio in cui l’individuo è inserito in un contesto di relazioni.
Filtro attraverso uno sguardo tenta di entrare all’interno della percezione stessa.
Conclusione evidente dei lavori della giuria è l’ordine naturale delle foto vincenti; il messaggio che il tema del concorso è riuscito a trasmettere è, in realtà un augurio, ossia quello che l’uomo possa compiere un percorso che parta da una visione personale delle cose, passando attraverso un giudizio critico sui rapporti socio-culturali per arrivare ad una riflessione intrinseca sulla percezione che si ha del mondo circostante.
Galleria fotografica dei partecipanti al concorso
Sguardi Filtrati/Filtros de la Realidad edizione boliviana
Horacio Jimenez Patino
Nubes marrones, Periferie urbana
2° lugar
Maria Fernanda Sandoval
Grito minero
3° lugar
Filtro filosofico de la realidad
Mencìon de hònor
Horacio Jimenez Patino
Hermandad entre punk’s
Mencìon de hònor
Wara Vargas
Eternas despedidas
Mencìon de hònor
Pablo Ayiles Vacaflores
Octavio
Mencìon de hònor
Wara Vargas
Pachamama, madre tierra
Paola Flores
El tiempo filtrado por una cerradura
Maria Fernanda Sandoval
Soprepeso
Paola Flores
La pollera colorada
Alejandra Carranza Gomez-Garcìa
Mujeres guaranies “ex esclavas del Chaco”
Hector Mojica
Estrellas de la calle
Hector Mojica
La vida en la calle
Cecilia Campos
…
Auto partes, un objeto y sus distintos angulos
Anonimo
Aprender, comprender, darse cuenta
Gemma Rodrìguez
Pasado y presiente… el tiempo
Alejandra Carranza Gomez-Garcìa
“Yabenday” y sus hijas
Cementerio
Luis Fernando Rodrìguez
Razòn de patrìa
Fernanda Penarrieta
Mirando el espejo del agua
René Eloy Figueroa Martinez
La despedida
Galleria fotografica dei partecipanti al concorso
Sguardi Filtrati/Filtros de la Realidad edizione italiana
2006, qualche ora dentro l’acciaieria Morini, Luci ombre contrasti spazi proibiti calore uomini intenti a trasformare metalli. Nel tentativo di non essere troppo invasiva, questo è uno degli attimi fermati dall’obiettivo. Un filtro assorbe, modifica, trattiene. In un luogo dove tappi stanno al posto delle orecchie e maschere coprono occhi e bocca, il lavoro diventa filtro alienante, che assorbe la possibilità di conoscersi e integrarsi, modifica i modi di comunicare, trattiene dentro al corpo ogni pensiero.
Elisa Brazzanti – Ravenna
Uno, nessuno, un migliaio
Cristina Chatrian – Aosta
Viale alberato
Michael Verthuy – Aosta
L’occhio
Il “filtro del dolore” attenua i colori della vita quotidiana e rende più lontani i suoni. Eppure è un filtro capace di avvicinare le persone amiche rendendole maggiormente visibili.
Lorenzo Baio – Milano
Lorenzo Baio – Milano
Il sole è per tutti
Alessandro Di Renzo
Attesa
Dal mio
scompartimento del treno, attraverso il vetro, ho notato passare questa
donna con il velo che con il suo biancore risalta sullo sfondo scuro.
Ancora filtri culturali: ancora Londra. Per me il velo resta ancora un
elemento inusuale.
Velo
Andrea Di Renzo
Carezza
Andrea Di Renzo
Dislivello
Gruppo “ARTE PLURALE 2008” – Aosta
La fantasia delle ombre
“E’ un momento, il riflesso di un attimo…ma ci siamo noi del gruppo e
restiamo anche quando la pozzanghera evapora.” “La pozzanghera è il
mondo e noi siamo gli invisibili che si vedono appena, ma ci siamo
anche noi, con la nostra forza e le nostre idee.”
Gruppo “ARTE PLURALE 2008” – Aosta
Visibilità invisibile
Utilizzando veli per creare barriere si può modificare l’oggetto della fotografia.
Ivo Berard – Donnas
Un velo da incorniciare
Per dare una nuova percezione all’oggetto è stato filtrato attraverso uno scolino.
Ivo Berard – Donnas
Passaggio di un quadro
Nonostante il filtro non si percepisce il volto ma l’emozione esce. Mi è piaciuta l’idea degli occhi perché hanno un valore cioè possono sorridere o dare un’emozione triste.
Cristina Martino – Donnas
Un sorriso blu
Per dare una percezione diversa dello sguardo è stato usato un imbuto per restringere il campo ottico dell’obiettivo fotografico. Mi piace fotografare infatti ho scelto gli occhi di un amico che è sempre sorridente.
Cristina Martino – Donnas
Con l’inserimento di due filtri è stata alterata l’immagine ed il colore.
Franco Cascarano – Donnas
Percezione filtro di un volo
Rappresentazione filtrata umana di un disegno.
Franco Cascarano – Donnas
Rappresentazione filtrata umana
Il ritratto è stato fatto utilizzando come filtro una bottiglia di plastica. Il concorso è interessante anche perché l’immagine era per principio di libera scelta. Ho scelto un mio amico.
Lucia Mayolet – Donnas
Lucia Mayolet – Donnas
Ritratto in blu
La fotografia ritrae un volto di donna che guarda attraverso la carcassa di un distributore di carburante Shell. Il tema oggetto del concorso è affrontato nell’immagine secondo un’accezione soggettiva. L’individuo vive l’esperienza della realtà attraverso i filtri storici, sociali e culturali (o post-culturali?) propri del suo “esserci”.
Lì
La mia vecchia reflex olympus ha raccolto alcuni sguardi di bimbe, appoggiata alle panche della esquelita zapatista del poblado 24 dec. (Chiapas).
Isabella Doro – Modica
Esquelita 1
La mia vecchia reflex olympus ha raccolto alcuni sguardi di bimbe, appoggiata alle panche della esquelita zapatista del poblado 24 dec. (Chiapas).
Isabella Doro – Modica
Esquelita 2
Non è nella cultura dei popoli nativi americani accettare denaro per
cerimonie o esibizioni. Lanostra capacità di percezione subisce sempre
più interferenze causate da filtri socio-culturali che condizionano la
nostra vita. I filtri rendono migliore o peggiore la realtà culturale
in cui viviamo. Questo concorso è servito a farci aprire gli occhi e ad
osservare tutto nitidamente, riconoscendo i filtri davanti a noi,
magari da tanto tempo.
Roberta Ceccon – Aosta
Torino, 31 ottobre 2008 – manifestazione in occasione dello sciopero generale nazionale contro i provvedimenti del governo Berlusconi. La Borsa grava sulle nostre teste e influenza ognuno di noi. Inevitabilmente. E’ il capitalismo stesso: reale e matematico eppure vago e opaco, condizione necessaria allo status quo. Ma lo status quo è saturo e non è eterno: nel nostro adesso di cristallina e delicata precarietà Wall Street diviene Wall Street nella testa di un giovane dallo sguardo cristallino e delicato…
Maura Dessì – Torino
Smashing Pumpkins
Rappresentazione metaforica della superficie riflettente come mezzo per vedere e per riflettere
Deborah Stevenin
E. e.
Mille e diversi filtri condizionano spesso lo sguardo dell’uomo sulla realtà. E’ sempre un vantaggio?
Deborah Stevenin – Gressan
Tempo
La realtà che filtra attraverso gli organi di informazione è una realtà di cui, il più delle volte, non abbiamo un’esperienza diretta. La nostra percezione di quella realtà è tutta nella qualità del filtro.
Isabella Amico di Meane – Settimo
Duplice deformazione I
Isabella Amico di Meane – Settimo
Duplice deformazione II
Cinzia Ingenito – Aosta
Baci d’onda
Vampira, pelle bianca e scura tentazione, incombe sugli ignari che aspettano. Lo spettro della tentazione occidentale aleggia sulle aspirazioni del popolo indiano.
Cinzia Ingenito – Aosta
Tentazione
Occhi immersi nella nastura e nell’orizzonte infinito emozioni a non più finire.
Lilia Balla – Aosta
Lago Titicaca e campi coltivati nell’isola del Sol
La Paz dai mille volti, ti affascina, ti trascina per le sue vie, ti innamori dei volti di donna e bimbi. Ti fa pensare e apprezzare la vita che hai.
Lilia Balla – Aosta
Mamma con bimbo
Un modo per me per pensare, per ripensare, un modo per tutti per lasciarsi coinvolgere e conoscere un paese lontano e affascinante, ma anche un modo per ripensare alla nostra Valle.
Edith Cossavelia – Aosta
La vita quotidian, la vita delle donne
Indubbia la loro resistenza ai 4000 metri, la loro tenacia nel coltivare.
Silvana Garzotto – Aosta
Ritorno dai campi
Francesca Zanin – Aosta
Filtro d’amore
Il sole filtra tra la nebbia scaldando le forme della betulla.
Valerie Bethaz – Aosta
Alba
Il sole filtra tra la nebbia scaldando le forme della betulla.
Valerie Bethaz – Aosta
Nebbie calde
Porto di Palamos, Spagna. Spesso rimaniamo a guardare, protetti dai nostri modi di essere, di pensare, dalla nostra morale che come una rete prima o poi ci faranno impigliare.
Emy Maguet – Valgrisenche
Resto a guardare
PROGRAMMA EVENTO:
a partire dalle ore 18.30 – ingresso libero
> Inaugurazione esposizione fotografica del concorso
italo-boliviano.
> Aperitivo a buffet.
> Premiazione delle immagini selezionate dalla giuria.
ESPOSIZIONI:
> MARTADERO
Cochabamba – Bolivia
dal 14 al 28 dicembre 2008
> ESPACE POPULAIRE
Aosta – Italia
dal 23 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009
Opinìon
Anne Marie Gervais
Assemblea Permanente dei Diritti Umani
della Bolivia
Patricia Nolasco Guillén
Assemblea Permanente dei Diritti
Umani della Bolivia
Bolivia: una composizione magica di valori
La Bolivia vive un’importante opportunità di trasformazione
che attraversa il desiderio di tutti :
vivere in maniera degna secondo i propri
valori e credenze. Pertanto, questa situazione crea un confronto di valori fra
diverse culture e modi di vedere e esprimere le proprie realtà come se ogni persona avesse gli
occhiali da sole sugli occhi, qualcuno rossi, qualcuno blu, verdi o gialli che
generano un arcobaleno di possibilità. Solo se si trovasse uno spazio dove
poter esprimere questi colori unici di
ogni essere umano o di ogni comunità di questo popolo pluriculturale e
multietnico, allora i colori dell’arcobaleno si uniranno per formare il colore
bianco senza perdere le caratteristiche di ognuno di essi e questa unione acquisirà
una forza unica e incomparabile.
Questi occhiali sono come i filtri che mettiamo sulla
macchina fotografica sia per ottenere
un’immagine deformata sia per aumentare
i contrasti tra i vari aspetti dell’immagine. Da esseri umani, i nostri filtri sono le nostre credenze, esperienze di vita,
desideri, valori e tutto ciò che deforma la nostra percezione della realtà e
influenza la nostra maniera di vedere il mondo. Adesso abbiamo un compito: prendere coscienza
di questi filtri e scegliere come trasformare i colori della vita.
Continueremo a confrontarci come esseri umani, mettendo a
fuoco le differenze e le contraddizioni o rivolgeremo il nostro sguardo alla complementarietà e
alla varietà? La diversità boliviana è la caratteristica di questo popolo e
questa diversità è talmente magnifica da
avere una molteplicità di rappresentazioni della vita, tanto potente da esser capace di trasformare non solo la
Bolivia, ma tutto il pianeta.
Per vivere in pace e armonia con altri esseri che hanno
diverse visioni, che hanno filtri di altri colori, dobbiamo far sì che avvenga
un processo di trasformazione personale, che ci permetta di riconoscere il nostro
colore e accettare quello degli altri per approdare alla conoscenza di noi
stessi. Io personalmente credo che i diversi
gruppi conoscano e possano identificare e elencare i propri
valori e modi di vedere il mondo, però, conosciamo realmente quelli degli altri? No. Perché si sta guardando
attraverso i propri filtri che rende distorta la percezione della realtà.
Più che la tolleranza, quello che cerchiamo come essere
umani è una sinergia che favorisca l’utilizzo della forza della diversità. Per
esperienza, sappiamo già che quando facciamo una collaborazione, un vero lavoro
di squadra, abbiamo molto di più che la somma di due persone, come quando
osserviamo due bambini giocare assieme e ciò che vediamo è la potenza di questa
unione espressa in urla e risa; questo duo ci regala una forza, una
complementarietà e un sentimento di comunione con tutti coloro che li circondano.
È attraverso l’unione e i legami che otteniamo la forza, non attraverso la
divisione.
È arrivato il momento di lasciare da parte l’odio e il
risentimento per cominciare a comunicare tra di noi con l’obiettivo di
raggiungere questa unità rispettando i colori e le diversità di ognuno, per
formare un’immagine completa costituita da diversi elementi. Una fotografia è
completa in se stessa: non si possono
separare i suoi colori, i suoi contrasti e le sue espressioni, i suoi elementi
e i suoi soggetti. Tutto ciò è la composizione di un’immagine completa, perfetta
e forte che genera dentro di noi sensazioni e sentimenti. La fotografia è una
rappresentazione della vita, delle nostre vite piene di filtri, però non dobbiamo
dimenticare che questo raggruppamento di elementi dà senso e significato alle immagini, così come i
legami tra le persone e tra gli esseri umani e tutto ciò che li circonda sono
ciò che dà senso alla vita stessa.
In questo momento i boliviani sono di fronte ad una sfida e
perciò proponiamo di creare una composizione simbolica attraverso le
testimonianze fotografiche della
rappresentazione della vita.
Vogliamo chiedere la vostra collaborazione
nell’ inviarci i vostri filtri, i vostri sguardi di fronte alla vita,
ritratti della diversità boliviana, per
creare un’immagine rappresentativa del desiderio di trasformare questa
società tramite l’unità, il rispetto di ogni essere umano, dei suoi modi di vivere, il vostro modo di vivere ciò che vi
circonda.
Più che una distinzione, ciò che proponiamo è un collage
simbolico delle forze sinergiche boliviane. Cambieremo i nostri filtri di
differenziazione, di guerra e
risentimento per il filtro della diversità, dell’unità, della fratellanza e della
forza.
La partecipazione al Bando
2008 in favore dei giovani dell’Assessorato Salute, Sanità e Politiche Sociali
della Regione Autonoma Valle d’Aosta è stata un’occasione per ripensare a
quell’idea e darle forma, per creare un gruppo di lavoro e per risentire i
ragazzi boliviani.
Abbiamo scoperto che il
collettivo Ojorojo è riuscito a pubblicare soltanto 4 numeri della
rivista e che i suoi membri hanno seguito strade diverse, qualcuno si è
spostato in altri paesi del Sud America, qualcuno si è orientato verso nuovi
progetti fotografici, per cui sostanzialmente il collettivo non esisteva più.
I nostri contatti, i
fotografi Paola Lambertin, Mauricio Sanchez e, in seguito, Jania Muller, ci
hanno parlato del progetto Non/Studio ed hanno deciso di iniziare questa
collaborazione con noi con molto entusiasmo, coinvolgendo anche la rivista
culturale Ramona, per la quale alcuni di loro lavorano.
Abbiamo comunque scelto di
mantenere immutati gli embrioni della nascita di questo progetto, il tema del
concorso che si ispira all’editoriale della rivista Ojorojo, e la
presentazione che l’ex collettivo usava come una sorta di manifesto:
Nuestros
ojos son rojos porque somos la manifestaciòn viviente de las aberraciones
òpticas que produce la realidad; Nuestros ojos son rojos por la irritaciòn ante
la injusticia y el hambre; Nuestros ojos son rojos porque por dentro aùn
tenemos la sangre que corre por nuestras venas, las que no terminan sino en las
venas de los que luchan contra la dominaciòn, contra la corrupciòn, contra el
hambre, por la justicia, por la soberanìa de los pueblos, sea en el Chapare, en
Chiapas, en Palestina, en Kabul, o en Iraq. Nuestros ojos lo ven todo y se
llenan de sangre, la misma que nos da aliento para seguir denunciando,
perturbando, vigilando, molestando, saboteando, todo aquello que se opone a la
vida y a la libertad.
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REGOLAMENTO
Per partecipare:
inviare entro il 3 dicembre 2008, due stampe della stessa fotografia in formato 24×30 o 24×36 su carta
fotografica (una per l’esposizione in Italia e una per quella in Bolivia) a
ARCI VDA, via Mochet 7, 11100, Aosta, Italia.
Sono ammesse due fotografie per partecipante, in B/N o a colori,
realizzate sia in analogico sia in digitale.
Ogni fotografia deve essere accompagnata dalla scheda di
partecipazione scaricabile dal blog, nella quale saranno inseriti un titolo e
un commento rispetto alla fotografia stessa e al tema del concorso.
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La partecipazione è aperta a tutti e gratuita. Il costo e la
spedizione delle stampe sono a carico del partecipante.
Le fotografie inviate verranno precedentemente selezionate
dall’organizzazione che escluderà quelle indecorose o che arrecano danni
materiali o morali a terzi.
Una giuria di esperti in diverse discipline assegnerà tre premi fra
tutte le fotografie partecipanti alle esposizioni. La sua valutazione è
insindacabile.
PIETRO CELESIA
fotografo
Nato ad Aosta nel 1974, ancora giovanissimo matura la passione per la fotografia che diventa presto anche attività lavorativa, in particolare si occupa di fotografia naturalistica, sportiva e sociale.
ARMANDO ROMEO TOMAGRA
docente di fotografia, fotografo
Nato a Scordia (Catania) nel 1960, dal 1992 titolare dello studio fotografico ArtVisioni a Catania, dal 2007 docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano, autore di mostre fotografiche a livello internazionale e vincitore di premi prestigiosi come il secondo posto al concorso Hassemblad Open Svezia nel 1997.
MARCELA C. OLMEDO
antropologa, docente di spagnolo
Nata a Totoras (Argentina) nel 1967 e anche cittadina britannica, dal 1996 ideatrice e coordinatrice del festival di cortometraggi Espana en Corto, dal 2004 docente di lingua spagnola presso l’Università della Valle d’Aosta, dal 2006 docente di antropologia dell’alimentazione presso l’Istituto Professionale Regionale Alberghiero I.P.R.A. di Chatillon, presidente e fondatrice dell’Associazione Culturale Rayuela.
NATHALIE GRANGE
giornalista
Nata ad Aosta nel 1974, dal 2006 Giornalista Professionista iscritta all’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta, dal 2007 Direttore responsabile del quotidiano on line AostaSera.it, dal 2004 vicepresidente dell’IPSIA Valle d’Aosta (Istituto Pace e Sviluppo Innovazione Acli), dal 2005 al 2008 Vicepresidente professionale dell’Associazione Stampa Valdostana.
DAVIDE PIERINI
psicologo, consulente della formazione
Nato ad Aosta nel 1975, ha sviluppato competenze in tecniche cognitivo-comportamentali presso l’Istituto Watson di Torino e studiato tecniche cranio-sacrali con l’Upledger Institute, dal 2002 si occupa di formazione E.C.M., gestione dell’ansia e dello stress, mental training per atleti e medicina comportamentale, fondatore del Progetto Keiron finalizzato alla ricerca e divulgazione di tecniche sulle dinamiche mente-cervello-corpo per promuovere la salute e lo sviluppo umano, docente di psicologia dell’altra prestazione al corso di perfezionamento post lauream in psicologia dello sport presso la Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie dell’Università di Torino, docente presso la Biofeedback Foundation of Europe.
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TITOLARITA’ ED UTILIZZO
DELLE IMMAGINI:
I partecipanti sollevano
gli organizzatori del concorso da qualsiasi richiesta avanzata da terzi
relativa alla titolarità dei diritti d’autore della foto e alla violazione di altri
diritti e assicurano di aver ottenuto liberatorie per l’utilizzo di immagini
relative a persone, cose o elementi naturali per cui è necessario uno specifico
assenso. Ogni partecipante è responsabile del soggetto fotografato.
Al termine della
manifestazione il materiale pervenuto non verrà restituito ed entrerà a far
parte dell’archivio dell’associazione Liaison e potrà essere utilizzato senza
limiti di tempo per il proseguimento degli scopi istituzionali della stessa. L’associazione
si impegna comunque a riportare sempre i dati dell’autore.
Gli organizzatori
declinano ogni responsabilità per eventuali danni o smarrimenti derivanti da
qualsiasi causa o per opere non pervenute a causa di disguidi postali.
Trattamento dei dati personali:
I dati personali verranno utilizzati soltanto per
l’invio di eventuali comunicazioni riguardanti i fini dello svolgimento del
concorso, nel rispetto della normativa vigente sulla privacy. I partecipanti autorizzano al trattamento dei dati personali ai sensi del D.L. 196/203.
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PREMI
3
buoni acquisto di materiale fotografico
(valore: €
200 – € 150 – € 100).
3 abbonamenti alla
rivista culturale "Ramona"
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Ramona
è una rivista culturale boliviana che da più di tre anni si occupa di musica,
cinema, teatro e letteratura e che ha al suo interno una sezione chiamata “ENSAYO VISUAL”, una sorta di galleria
fotografica all’interno della rivista stessa, pubblicata mensilmente a livello
nazionale e curata dal progetto fotografico Non/Studio. Lo stesso gruppo
pubblica anche sul supplemento domenicale del quotidiano di Cochabamba Opinión
Scarica qui il regolamento in spagnolo